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Tecniche di interrogatorio: le più efficaci e obiettivi

Categoria: Investigazioni
Tecniche di interrogatorio

Attraverso l’interrogatorio si possono raccogliere informazioni utili non solo per comprendere il profilo psicologico dell’autore di un reato, ma anche al fine di ricostruire la dinamica dell’evento delittuoso.

In questo articolo faremo una panoramica sull’argomento, per poi concludere con le tecniche di interrogatorio più efficaci.

In quali casi si richiede un interrogatorio?

L’interrogatorio permette di avere un contatto diretto con il soggetto sospettato di aver commesso un crimine allo scopo di raccogliere dati utili o una confessione che possa chiudere definitivamente il caso.

Chi è responsabile di un comportamento contrario alla legge molto difficilmente lo racconterà agli inquirenti, ecco perché esistono varie tecniche per persuadere l’indagato a raccontare la verità.

Più nello specifico, si ricorre all’interrogatorio nel corso delle indagini preliminari, ovvero dopo l’arresto in flagranza, il fermo o l’applicazione di una misura cautelare come gli arresti domiciliari. In quest’ultimo caso si parla di interrogatorio di garanzia.

In molti casi, tuttavia, l’interrogatorio può essere investigativo e difensivo, ovvero rispettivamente disposto dal pubblico ministero oppure dallo stesso indagato.

A seguito dell’interrogatorio il giudice potrà stabilire se sussistono o meno le condizioni per la custodia oppure il rilascio dell’indagato. In quest’ultimo caso il procedimento procederà in stato di libertà ed eventualmente sarà disposta l’archiviazione.

Chi sono i professionisti che svolgono l’interrogatorio?

L’interrogatorio è quindi il mezzo tipico che viene adoperato dal Pubblico Ministero, personalmente o delegando la polizia giudiziaria nel corso delle indagini preliminari.

A norma dell’articolo 415 bis del codice di procedura penale, quando sono state concluse le indagini preliminari e ne sia stato informato il soggetto indagato, questi potrà chiedere di essere ascoltato personalmente entro 20 giorni. In tali circostanze il PM ha l’obbligo di adempiere entro 30 giorni che decorrono da quando viene presentata la richiesta.

Nella pratica, gli investigatori possono essere incaricati dal PM affinché conducano gli interrogatori, così come anche esponenti delle Forze dell’Ordine e professionisti dell’intelligence.

Obiettivi dell’interrogatorio

L’interrogatorio può essere considerato come una valutazione complessiva della persona indagata e per questo verranno poste determinate domande allo scopo di ricavare dati, mettere in correlazione evidenze per risolvere il caso o fare in modo che il presunto colpevole faccia qualcosa.

Al cospetto degli investigatori che sono stati delegati dal pubblico ministero o davanti al PM medesimo, i quesiti hanno principalmente lo scopo di raccogliere gli elementi a carico dell’accusato, nonché di ottenere conferme della ricostruzione dei fatti.

Quando l’indagato risponde alle domande dell’autorità giudiziaria ha il diritto di restare in silenzio o di riferire solo a parte delle questioni, ma potrebbe persino mentire.

Nel caso in cui l’interrogato non dovesse dire la verità, egli non potrà essere accusato di false dichiarazioni o di falsa testimonianza. Tuttavia, ove dovessero ricorrere i presupposti e le dichiarazioni coinvolgano terze persone innocenti, si potrebbe configurare il reato di calunnia.

Di tutto ciò viene redatto apposito verbale in forma estesa, videoregistrato o fonoregistrato, assieme al verbale sintetico.

Tecniche di interrogatorio efficaci

Per quanto riguarda le tecniche da adottare durante l’interrogatorio, non esistono regole standard valide in tutte le occasioni.

Insomma, l’interrogatorio è contraddistinto da una moltitudine di fattori che devono essere analizzati e considerati al fine di trovare la linea difensiva più opportuna.

In linea generale gli inquirenti non possono usare metodi di coercizione, estorcere confessioni e utilizzare strumenti come la macchina della verità.

Vediamo, qui di seguito, le tecniche più efficaci.

Fingere di essere dalla parte dell’indagato

Il poliziotto si finge comprensivo e si pone in maniera cordiale per ottenere la fiducia dell’indagato e portarlo a confessare la verità dei fatti.

Poliziotto buono e cattivo

Questo metodo implica la presenza di due agenti ciascuno dei quali chiamati a recitare la parte del poliziotto aggressivo e affabile. Lo scopo è di convincere il soggetto sottoposto a interrogatorio a confidarsi con il poliziotto buono.

Senso di colpa

Una delle tecniche molto diffuse durante l’interrogatorio è quella di alimentare il senso di colpa dell’indagato, esagerando sulle possibili conseguenze morali. Ad esempio, quando l’interrogato sottoposto a misura cautelare ha dei bambini, gli agenti potrebbero evidenziare le ripercussioni che il reato avrà sulla prole.

Minimizzare le conseguenze del reato

Minimizzare il reato contestato, descrivendolo come un fatto di poco conto o un semplice errore, è un ulteriore metodo efficace con il quale gli agenti appaiono benevoli per ottenere la fiducia dell’indagato e di conseguenza la confessione.

Terzo grado

Quando l’indagato non collabora in nessun modo, si adottano tecniche di persuasione abbastanza convincenti, come il terzo grado, ovvero una serie di domande incalzanti per mettere sotto pressione il presunto colpevole e non dargli il tempo di poter elaborare bugie o versioni contrastanti.

Pena minore

Prospettare una pena minore rispetto a quella reale è un altro sistema adottato quando l’indagato si rende disponibile a collaborare. Un comportamento del genere potrà generare una maggiore comprensione da parte del giudice, il quale potrebbe infliggere uno sconto di pena e disporre al contempo le attenuanti generiche.

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