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HUMINT: raccogliere informazioni da fonti umane

Categoria: Analisi Emotivo Comportamentale
HUMINT

Cos’è la HUMINT?

La HUMINT, acronimo di HUMan INTelligence, è una tipologia di attività di intelligence che consiste nella raccolta di informazioni da fonti umane, dunque, per questa specificità, si differenzia da altri canali di reperimento informazioni più tecnologici come SIGINT, IMINT, MASINT, OSINT, sebbene anche dietro a questi canali ci sia l’azione dell’uomo che prescinde in ogni caso la tecnologia di supporto.

Si tratta della più antica tra le tipologie di intelligence, affiancata col tempo e con lo sviluppo della tecnologia da altre forme di raccolta informazioni. Le tecniche HUMINT, però, conservano tutta la loro importanza e validità al fine di ottenere in modo puntuale elementi informativi dall’interno del contesto di interesse utili al committente.

A cosa serve la HUMINT?

Oltre ad essere fondamentali per le forze dell’ordine e per gli Stati che hanno necessità di possedere informazioni non raggiungibili con altre tecnologie, conoscere queste tecniche è fondamentale per chiunque abbia la necessità di raccogliere informazioni per scopi differenti: per la coordinazione di attività all’interno della propria agenzia o società o per coloro che sviluppano attività produttive e di ricerca.

Conoscere le tecniche di Human Intelligence è altresì importante per riconoscere e tutelarsi dalla stessa ricerca HUMINT effettuata da altri, per cui la HUMINT è anche strumento di contro-intelligence, ossia la protezione e reazione dall’altrui attività d HUMINT.

Attività di Human Intelligence

Le attività di HUMINT si classificano in 3 categorie principali sulla base delle modalità e degli scopi della raccolta di informazioni, che vanno, dunque, dall’osservazione diretta delle fonti aperte al ricorso a spie e informatori per la ricerca di informazioni a sfondo politico, militare o istituzionale.

  1. Overt (fonti aperte). Sono le attività messe in pratica alla luce del sole e consistono nella semplice acquisizione di dati e informazioni mediante osservazione diretta o consultazione di fonti aperte. L’unico elemento che deve rimanere segreto in questo tipo di attività è la finalità. Esempio di questo tipo di operazioni sono gli interrogatori ad emigrati, rifugiati, esuli, i debriefing degli equipaggi aerei e dei viaggiatori, i piani di esame politico analitico di giornali e altre pubblicazioni di stampa.
  2. Sensitive (attività critiche). Si tratta di operazioni soggette a estremo riserbo in merito al committente ma effettuate in tutta legalità.
  3. Clandestine (attività sotto copertura). Quelle operazioni svolte in segreto da agenti che nascondono sia la propria identità che gli obiettivi delle loro azioni

Accade spesso che questo tipo di attività consentano agli agenti di adottare comportamenti o agire in contrasto con leggi del Paese in cui operano.

Tra le diverse fonti di Human Intelligence è possibile citare il pattugliamento ordinario (polizia militare, altre pattuglie), prigionieri di guerra, la ricognizione speciale, i rapporti diplomatici (scritti), i consigli militari d’ambasciata, rifugiati, viaggiatori intervistati, organizzazioni non governative fino ad arrivare al vero e proprio spionaggio.

Operazioni di HUMINT

L’attività di Human Intelligence si diversifica in base al progetto di base e alle sue finalità, ma al suo interno è possibile riconoscere delle fasi ricorrenti che ti illustrerò di seguito.

Esame delle fonti

Innanzitutto, è utile precisare che le fonti umane da cui si vogliono estrapolare informazioni, possono distinguersi tra soggetti volontari e soggetti coatti, cioè prigionieri o arrestati. Questi ultimi sono sottoposti ad un processo di identificazione più approfondito.

Fatta questa premessa, il passaggio imprescindibile della raccolta di informazioni HUMINT è, dunque, un attento esame delle fonti che si svolge in modo abbastanza schematico.

  • Identificazione precisa di soggetti, operazione per la quale si può ricorrere alla biometria.
  • Esecuzione di colloqui. Capita, talvolta, che questi colloqui assumano le sfumature del colloquio psicologico, sebbene il fine non sia affatto vicino a quello terapeutico, oppure che la conversazione si trasformi in negoziazione, affinché l’interrogato riveli l’informazione.

Debriefing

Questa fase serve a rendere le fonti umane che cooperano adatte ai requisiti di intelligence, coerenti con i dettami e le regole generali della HUMINT. Il debriefing può essere condotto a tutti i livelli e può avvenire sia faccia a faccia che mediante messaggi audiovisivi o computer.

Protagonisti del debriefing possono essere sia “addetti” (polizia militare o fanteria in aree nominalmente controllate, squadre di ricognizione speciale, diplomatici del proprio Paese, esperti specifici come il personale dei servizi segreti) sia “non addetti” (residenti in aree nominalmente controllate, lavoratori di ONG nell’area di operazioni, diplomatici di Paese amici o neutrali, persone esterne all’area, ma ben informate, emigrati ad esempio). 

Interrogatorio

Contrariamente al debriefing, il soggetto interrogato non è sempre un collaboratore ben disposto a far acquisire all’organizzazione di human intelligence le informazioni che cerca. Di solito la fonte soggetta a interrogatorio è sotto custodia, classici esempi sono i prigionieri di guerra, soggetti non appartenenti all’area, ladri arrestati dalla polizia civile.

Condurre un interrogatorio richiede competenze molto specifiche e la necessità di specialisti addestrati che sappiano collaborare con linguisti ed esperti di altre discipline, talvolta si presenta anche l’esigenza di costruire un rapporto con l’interrogato.

L’interrogante, prima di eseguire un’intervista, costruisce un piano della prima conversazione, utile anche agli altri interroganti, analisti o esperti coinvolti della stessa operazione di HUMINT. L’intervista preliminare non ha come scopo la raccolta di informazioni, ma più che altro serve all’interrogante a farsi un’idea precisa del soggetto interrogato, per cui gli elementi principali del piano sono:

  • le richieste urgenti della raccolta HUMINT;
  • il numero di matricola del prigioniero o detenuto;
  • tempo e luogo del colloquio;
  • approccio primario e secondario;
  • scaletta delle domande, elenco degli argomenti da trattare e ordine cronologico in cui devono essere trattati;
  • elenco di domande tecniche in merito ad argomenti su cui l’interrogato non è ferrato;
  • metodo di registrazione e di redazione del rapporto rispetto alle informazioni ottenute;
  • eventuale assistenza di interprete;
  • interroganti generali o ulteriori eventuali tecnici.

Spionaggio

Si tratta della raccolta di informazioni presso soggetti legati al nemico da un rapporto di fiducia. Il processo di reclutamento di questo tipo di fonti appartiene alla disciplina HUMINT della gestione degli agenti.

Analisi delle relazioni tra i soggetti HUMINT

Accade spesso che alla fine delle interviste siano emerse informazioni rispetto ad altre persone con cui il soggetto è entrato in contatto. Spesso, inoltre, le informazioni ricavate da un interrogatorio vengono usate per strutturare un’intervista successiva con la stessa fonte o con un soggetto diverso.

Durante le interviste, un soggetto potrebbe menzionare particolari su altre persone, o essere stimolato a farlo in un modo che ha tutta l’apparenza di una normale conversazione.

Da questa breve presentazione della Human Intelligence, emerge come questa disciplina, molto più di tutte le discipline che si occupano di raccolta informazioni, abbia la naturale tendenza a scovare significati non rivelati i dettagli informativi apparentemente non degni di nota. Questo perché, sebbene esistano diverse tipologie di investigazioni e diversi metodi per ottenere informazioni, in realtà l’uomo è l’unico in grado di rilevare atmosfere. sensazioni, impressioni e stati d’animo.